[et_pb_section admin_label=”section”][et_pb_row admin_label=”row”][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text admin_label=”Intro” background_layout=”light” text_orientation=”left” use_border_color=”off” border_color=”#ffffff” border_style=”solid” text_font=”Noticia Text||||”]
RITORNO AL FUTURO!
Mental Performance Research nasce nel 2003, quando, tornato dalla California avevo ottenuto la certificazione come Trainer & Consultant in Nlp nella NLP UNIVERSITY.
Fu un grande nuovo cambiamento, dovendo cambiare professione decisi che, comunque, sarei rimasto legato a ciò che era il mio background: il mondo dello sport.
In California, e per ottenere la certificazione, veniva chiesto di costruire un progetto innovativo. Sulle basi delle competenze acquisite in Programmazione Neurolinguistica dovevo applicare, in qualche modo, le tecnologie apprese.
Il mio progetto riguardava la creazione di un sistema per stimolare “ecologicamente” la secrezione ormonale.
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La suggestiva immagine dei globuli rossi è l’emblema della motivazione del mio progetto.
Negli anni ’90, ero addentro nel mondo del ciclismo, specificatamente mi occupavo della preparazione di corridori. Il fatto è che, per chi non conosca la storia, questi anni sono stati i peggiori e più devastanti per l’uso massivo di EPO (eritropoietina) un ormone che si occupa della fabbricazione di globuli rossi.
Tu e io, abbiamo nel corpo EPO, senza non potremmo fabbricare globuli rossi, chi non li ha è malato, questa malattia ha che vedere con le insufficienze renali.
Se tu e io assumiamo EPO, e siamo sani, i nostri globuli rossi crescono oltremisura, se facciamo ciclismo, sci di fondo, maratona, triathlon, marcia e comunque sport che necessitano di resistenza, aumentiamo sicuramente a nostra prestazione. Io di sicuro, dato che non sono uno che ha la resistenza come dote e quindi ho un ematocrito normalissimo.
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Quando i corridori mi parlavano del loro dramma, perché di dramma si trattava, non potevo fare altro che “ascoltarli”. Non avevo nessun strumento per aiutarli. Non avevo alternative, questa incapacità manifesta determinò, in gran parte, una crisi d’identità profonda.
La creatività ha sede nell’intuito non nella ragione
Fu una intuizione durante una meditazione che mi suggerì il progetto. Vidi chiaramente, in forma iconografica, l’anatomia del nostro cervello e come se fosse un’immagine nella immagine mi si presentò l’ippocampo in superficie con il resto del cervello in sottofondo.
[/et_pb_text][et_pb_image admin_label=”Immagine” src=”http://www.mentalperformance.it/wp-content/uploads/2016/07/tumblr_nfpaptbXpv1rog5d1o1_1280.jpg” show_in_lightbox=”off” url_new_window=”off” use_overlay=”off” animation=”left” sticky=”off” align=”center” force_fullwidth=”off” always_center_on_mobile=”on” use_border_color=”off” border_color=”#ffffff” border_style=”solid”] [/et_pb_image][et_pb_text admin_label=”Neurofisiologia” background_layout=”light” text_orientation=”left” text_font=”Noticia Text||||” use_border_color=”off” border_color=”#ffffff” border_style=”solid”]
Posso capire che per te non significhi molto questa immagine, ma permettimi di andare avanti. L’ante fatto è che durante 4 anni della mia vita ho studiato (da autodidatta) il sistema nervoso, specificamente la neurofisiologia dal momento che non faceva parte del programma di fisiologia della mia specializzazione in Fisiologia dello Sport.
Nell’ippocampo vivono le nostre emozioni, quelle più profonde e ataviche e anche quelle apprese. Se ci troviamo dinanzi ad un pericolo imminente non è il nostro (lentissimo) cervello razionale che prende decisioni, l’amigdala in un nano secondo ci fa correre veloci come Bolt per scappare, determinati come Hulk per aggredire oppure freddi e congelati come un Iceberg per immobilizzarci.
E fin qua niente di nuovo vero?
Bene, la terza immagine nell’immagine fu questa meraviglia del creato.
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Nella stessa casa abita anche l’ipofisi e la ghiandola pituitaria, e forse stai ancora pensando che ho bevuto (troppo). Non hai tutti i torti!
Perché quando hai un’intuizione ti senti inebriato di entusiasmo, ti ricordi quel pazzo che usci gridando Eureka, eureka! Fu lo stesso per me: nella stessa casa e a formare un nucleo famigliare affiatato all’inverosimile, ci sono la sede delle nostre emozioni e il commando superiore del nostro sistema endocrino (quello degli ormoni). Mi capisci?
Forse non ancora, scusami, l’entusiasmo mi tradisce, quando svelai il mio progetto, i miei docenti ne furono estasiati. Quando lo dissi ad alcune persone appena tornato ebbi la sensazione che volessero spiegarsi in questo modo:
[/et_pb_text][et_pb_video admin_label=”Video” src=”http://www.mentalperformance.it/wp-content/uploads/2016/07/Per-me-è-una-cagata-PAZZESCA-Fantozzi.mp4″ src_webm=”http://www.mentalperformance.it/wp-content/uploads/2016/07/Per-me-è-una-cagata-PAZZESCA-Fantozzi.webm”] [/et_pb_video][et_pb_text admin_label=”Testo” background_layout=”light” text_orientation=”left” text_font=”Noticia Text||||” use_border_color=”off” border_color=”#ffffff” border_style=”solid”]
Già! Avevo realizzato che era possibile riprogrammare a livello subconscio la stimolazione endogena degli ormoni!
Coraggio! rileggi l’ultima frase e dimmi che non avresti avuto la stessa opinione di Fantozzi riguardo il film l’armata Potemky!
Il fatto è che si può! Il fatto è che se una madre vede suo figlio in pericolo è in grado di esprimere livelli di forza da Terminator.
Il fatto è che se dobbiamo scappare da un pericolo l’ormone della crescita sale a livelli da neonato.
II fatto è che se cominciamo a pensare focalizzando la nostra attenzione su tutte le nostre disgrazie e scendiamo a livelli di depressione, il nostro sistema endocrino scema la produzione di ormoni della felicità, oppure se si diminuisce la dose giornaliera di Serotonina si va in depressione.
Il fatto è che se abbracciamo qualcuno il nostro livello di ossitocina aumenta.
Potrei andare avanti ad elencare tutti i fatti (non opinioni) che dimostrano che i nostri stati d’animo influenzano i nostri ormoni e viceversa.
Bene dovevo dimostrare che era vero, creai un protocollo e dovevo metterlo in pratica, mi serviva la cavia. L’universo me la mando e siccome ero sintonizzato la vidi. Marco Pinotti si presentò chiedendomi di allenarlo, dissi di si, ma a patto che si facesse un lavoro a 360°, non solo fisico.
Lui ci mise 0,1 secondi per dirmi di SI!
Oggi, a distanza di 13 anni realizzo quanto quell’uomo di intelligenza globale superiore, sicuramente alla mia, e a quella di tanti, fosse stato un regalo del universo.
Oggi, so che sono un visionario, con la vena artistica e passionale. Capisco, dunque, come mai pensassero che era una “cagata pazzesca.”
Ci fu notorietà quando Marco ebbe successo, ci furono molti che aderirono, pochi che ci credevano e i risultati con i test di laboratori ci diedero ragione.
Un’altra crisi d’identità busso alla porta, e io, non chiudo mai la porta di casa a chiave.
Per otto anni non ho fatto più niente, mi sono allontanato dal mondo del ciclismo, sono tornato nella Pallavolo (il mio primo amore).
Ma l’universo mi vuole bene, mi mandò un’altro essere umano dall’acume e il cuore gigantesco: DAVIDE PETUCCO, www.ciclismopassione.com che con la sua passione per il ciclismo e la sua capacità di fare comunicazione, mi prese fuori dalla caverna e mi rimise in pista.
Ecco perché il titolo di questo articolo di benvenuto al nuovo blog di mentalperformance (il vecchio rimase inattivo per tutto questo tempo) è:
RITORNO AL FUTURO!
Oggi è il futuro, oggi sappiamo che si può, oggi ha un senso IMPEGNARSI!
Buon Viaggio nel Presente!
Omar
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